Disgregazione masso con esplosivo – Frassinoro loc. Romanoro (MO)
Intervento finalizzato alla disgregazione di un masso di grosse dimensioni con esplosivo in modo da agevolarne la movimentazione con mezzi meccanici.
Committente: Privato
Intervento finalizzato alla disgregazione di un masso di grosse dimensioni con esplosivo in modo da agevolarne la movimentazione con mezzi meccanici.
Committente: Privato
Prof. Ing. Adolfo Bacci – Dip. Ingegneria Civile – Strutture – Fac. Ingegneria, Pisa
Geom. Fabio Giangregorio – Erminio Giangregorio, ESPLODEM – Modena
Il complesso, ora denominato “Scheletrone” a causa della sola presenza a vista dei pilastri e delle solette di piano in calcestruzzo armato, fu autorizzato per la costruzione nel 1968, allo scopo di essere adibito in parte ad hotel ed in parte ad appartamenti in multiproprietà. Da allora, sull’isola della Palmaria, patrimonio dell’Unesco, il tempo si era fermato, ma alle ore 10.00 del 22 maggio 2009 ha di nuovo ripreso a scorrere.
L’abbattimento dello “Scheletrone” è una piccola parte di un più ampio progetto di riqualificazione paesaggistica dell’isola della Palmaria. Originariamente, il progetto di demolizione approvato prefigurava l’impiego di diverse tecniche di demolizione, per meglio mettere a frutto, in sede esecutiva, le esperienze, la disponibilità di mezzi e le specificità dell’impresa appaltatrice, una volta che quest’ultima fosse stata individuata.
L’appalto fu aggiudicato alla ditta Giustiniana s.r.l., con sede in Alessandria, che subito manifestò interesse per la demolizione con micro cariche esplosive, in modo da eliminare i rischi connessi all’abbattimento di corpi in quota usando i tradizionali mezzi meccanici.
Il Direttore lavori, nonché responsabile della sicurezza, dott. ing. Adriano Ambrosini dello studio d’ingegneria A&G con sede in Sarzana (SP), esaminata la richiesta dell’Impresa appaltatrice, evidenziava al Comune di Porto Venere (SP) la necessità di attingere maggiori informazioni sugli aspetti connessi alla tecnica di demolizione con micro cariche esplosive, tramite la consulenza di persona particolarmente qualificata, poi individuata nel prof. ing. Adolfo Bacci. Gli esiti della consulenza, riassunti nel progetto di demolizione a firma del prof. Ing. Adolfo Bacci, non evidenziarono particolari situazioni di rischio. Pertanto, fu deciso di limitare la demolizione con l’uso di mezzi tradizionali alla sola parte costituita da un unico piano terra, mentre i due corpi di fabbrica multipiano (rispettivamente di 5 e 7 livelli) sono stati abbattuti con l’uso di micro cariche esplosive, a cura della ESPLODEM Service di Giangregorio Erminio, con sede in Modena.
La struttura definita “Scheletrone” era composta da tre corpi distinti. La Figura n. 2 mostra in dettaglio: la struttura nel suo complesso, i tre blocchi che la compongono e gli edifici vicini. In particolare, si osserva che il Corpo n. 1 è su cinque livelli e dista meno di 10 m dall’edificio A, un bed and breakfast. Il Corpo n. 2 è su sette livelli posti su altrettanti gradoni del versante. Infine, il Corpo n. 3 è ad un solo livello ed è stato demolito con l’uso di mezzi meccanici prima della demolizione con esplosivo dei Corpi n. 1 e 2. L’edificio indicato con B, distante dal Corpo n. 3 circa 5 metri, consiste in un magazzino attrezzi agricoli, dopo l’abbattimento meccanico del Corpo n. 3 esso si trova in posizione relativamente sicura, poiché la sua distanza dagli altri corpi è di circa 20-25 metri.
Le strutture sono state eseguite in calcestruzzo armato con barre tonde lisce, tipiche dell’epoca di costruzione. La sezione trasversale della maggior parte dei pilastri è 30×30 cm, mentre per alcuni diviene 30×40 cm. I solai sono stati eseguiti in calcestruzzo e laterizio, con uno spessore di circa 20-25 cm. Le travi di collegamento fra i pilastri hanno sezione di circa 30×60 cm, oppure sono in spessore di solaio.
Il Corpo n. 3 è una struttura intelaiata ad un solo piano, il suo solaio costituisce anche la copertura.
Il Corpo n. 1 è una struttura a più piani sfalsati l’uno rispetto all’altro di un campo di solaio (circa 3,60 m). Il numero dei solai di piano è cinque. Le solette di piano sono parzialmente collegate alle pareti in c.a. di protezione del versante roccioso.
Il Corpo n. 2 è, come il Corpo n. 1, una struttura a piani sfalsati l’uno rispetto all’altro. La differenza fra il Corpo n. 2 e il Corpo n. 1, consiste nel fatto che il Corpo n. 2 vede ogni piano (il numero totale dei piani è sette) in parte poggiato sul quello inferiore ed in parte appoggiato sul corrispondente gradone eseguito nel versante. Le solette di piano sono tutte collegate alle pareti in c.a. di protezione del versante roccioso.
La parte di versante che si trova nei gradoni o in prossimità della struttura è protetta da muri di contenimento in c.a. di spessore circa 30 cm.
La tipologia strutturale dello Scheletrone della Palmaria si presta senza particolari problematiche alla demolizione con l’uso di esplosivo, sia per la regolarità della struttura, sia per essere costituita da corpi separati che durante il crollo indipendente non producono eccessive vibrazioni nell’ambiente circostante.
In questo caso, le fasi della demolizione completa della struttura consistono nei seguenti passi:
La demolizione con esplosivo dei due corpi può essere considerata decomposta nelle fasi seguenti.
Settimana precedente a quella della demolizione
Martedì 19.05.2009
Giovedì 21.05.2009
Notte fra il 21.05.2009 e il 22.05.2009
Venerdì 22.05.2009
La scelta della cinematica del crollo del Corpo n. 1, effettuata per minimizzare gli effetti indesiderati dell’esplosione, è rappresentata in Figura n. 3.
Come si osserva dalla Figura n. 3, la cinematica del crollo prevede che le macerie siano avvicinate alla zona dove è stato già demolito il Corpo n. 3. Per ottenere questo movimento è necessario far brillare a microritardo le pilastrate 1, 2, …, 6 e 7 nella successione numerica indicata. Si è evitato di minare le travi di collegamento dei pilastri per ridurre al minimo necessario il quantitativo di esplosivo. Si osserva che la maggior parte del materiale di demolizione rimarrà sul primo gradone, per cui dovrà essere allontanato da esso meccanicamente. Inoltre, le solette di piano collegate con le pareti in c.a. di protezione del versante avranno solo un moto di rotazione intorno al vincolo (cerniera) che offrirà la parete.
La cinematica del crollo che viene ipotizzata per il Corpo n. 2 è quella riportata nella Figura n. 6.
Il Corpo n. 2 presenta la caratteristica che i singoli piani sono in parte appoggiati sia sul piano inferiore, sia sul gradone corrispondente, ricavato nel versante. Ciò implica che dopo il brillamento delle cariche esplosive il materiale interessante il singolo gradone rimarrà in sito (sul gradone) e dovrà essere allontanato meccanicamente.
I pilastri minati nel Corpo n. 1 sono stati in totale 90, mentre quelli minati ne Corpo n. 2 sono stati 134, per un totale di 224 pilastri, distribuiti nei vari piani come riportato nelle tabelle seguenti.
Per ogni pilastro sono stati predisposti tre fori, aventi ciascuno una profondità di 20-25 cm ad interasse di circa 50 cm circa l’uno dall’altro. In ognuno dei due fori inferiori è stata inserita una mezza cartuccia, mentre nel terzo foro è stata inserita un terzo di cartuccia (circa 0,190 kg di esplosivo ogni pilastro). Il peso di esplosivo utilizzato nel Corpo n. 1 risulta essere 90×0,19 kg/pilastro = 17,1 kg, mentre l’esplosivo usato per il Corpo n. 2, è 134 x 0,19 kg/pilastro = 25,46 kg. Il peso totale di esplosivo usato nella demolizione risulta 42,56 kg.
Le cariche dei singoli pilastri (mediamente 3 fori per pilastro) sono state collegate tramite rami di miccia detonante (12 gr/ml). La realizzazione dei circuiti ha richiesto 1000 metri di miccia detonante. L’innesco dei circuiti di miccia detonante è stato realizzato nel Corpo n. 1 con 69 detonatori elettrici collegati tra di loro in serie, mentre nel Corpo n. 2 con l’impiego di 107 detonatori elettrici, anch’essi collegati in serie. I 176 detonatori elettrici utilizzati sono stati distribuiti fra i vari piani come riportato nella tabella seguente. I microritardi sono stati fatti variare da 1 (25 ms) a 6 (135 ms).
Gli effetti sull’ambiente prodotti dalla detonazione delle cariche esplosive possono essere riassunti nel seguente schema
La sovrappressione in aria è calcolata in base alla massima carica cooperante, cioè quella che brilla al medesimo microritardo. Avendo minato 224 pilastri ed usando micro ritardi dal n. 1 al n. 6, la carica cooperante media risulta 224/6×0,19 kg/pil ≈ 7 kg. Sia ha così in corrispondenza delle abitazioni vicine alla distanza di circa 10 m una sovrappressione dell’ordine di 0,3 bar per una durata di 5,7 ms. In corrispondenza dell’abitato di Portovenere, ad una distanza di circa 400 m dal sito della demolizione si ha una sovrappressione di 0,003 bar per una durata di circa 0,04 s.
La distanza di sicurezza può essere valutata considerando, a favore di sicurezza, l’esplosione di tutto il quantitativo di esplosivo impiegato con l’aggiunta della miccia detonante, cioè 54 kg circa. Si ottiene così che il livello di sovrappressione incidente alla distanza di 150 m è circa 0,02 bar, mentre alla distanza di circa 300 m è approssimativamente di 0,009 bar. Entrambi i valori calcolati sono compatibili con le zone ritenute sicure nel DM del 08.05.2001.
Le distanze di sicurezza minime possano essere considerate di:
La vibrazione sismica prodotta dalle esplosione delle cariche e dal crollo della struttura ha portato, rilevata con ai seguenti valori della velocità del suolo in corrispondenza di due punti dell’Edif. A.
Lo strumento utilizzato è stato un Mini – Graph 7000 dotato di registratore digitale a quattro canali di cui tre dedicati alla misura delle vibrazioni indotte dalle onde sismiche (trasduttore triassiale di velocità di vibrazione, esterno) ed uno dedicato alla misura dell’onda di sovrapressione aerea (trasduttore monodirezionale di pressione, esterno).
L’unità di controllo in configurazione standard ha una durata massima di registrazione di 18 secondi (a frequenza di campionamento di 512 cps) con tempo di ripristino fra una registrazione e l’altra di 50 ms. Tutti gli eventi registrati possono essere richiamati a display per la visualizzazione dei valori massimi e delle frequenze associate.
Le caratteristiche dello strumento consentono di poter effettuare registrazioni di onde sismiche e di onde di sovrappressione aerea da distanze di pochi metri dal punto di energizzazione (es. volata con esplosivo, scuotimento meccanico, ecc..), la dove le ampiezze e le frequenze sono molto elevate, sino a distanze di centinaia di metri. Eventi di durata sino a 9 secondi possono essere registrati a 1024 campioni/secondo. Eventi di durata sino a 18 secondi possono essere registrati a 512 campioni/secondo.
Il livello di vibrazione misurato è stato il seguente:
PUNTO N. 1
Amplitudes and Frequencies
Acustico: 142 dB @ 21,3 Hz
(2,54Mb 0,0368psi 0,2539kPa)
Radiale: 0,155in/s 3,937mm/s @ 51,2Hz
Verticale: 0,115in/s 2,921mm/s @ 64,0Hz
Trasversale: 0,075in/s 1,905mm/s @ 51,2Hz
Vettore somma (VS): 0,1725in/s 4,3815mm/s
PUNTO N. 2
Amplitudes and Frequencies
Acustico: 148 dB @ 51,2 Hz
(5,08Mb 0,0737psi 0,5079kPa)
Radiale: 0,195in/s 4,953mm/s @ 170,6Hz
Verticale: 0,255in/s 6,477mm/s @ 256,0Hz
Trasversale: 0,155in/s 3,937mm/s @ 128,0Hz
Vettore somma (VS): 0,32in/s 8,128mm/s
I valori trovati rientrano ampiamente entro i limiti imposti dalla normativa UNI 9916/2004 relativamente agli edifici di classe 2.
Si osserva che le valutazioni di ampiezza delle vibrazioni effettuate in fase di previsione progettuale in corrispondenza dell’edificio A, il cui baricentro è distante circa R = 30 m dal baricentro dei corpi di fabbrica e per il peso totale di esplosivo W = 54 kg, portavano alla seguente previsione delle massime velocità di vibrazione.
I valori di previsione sono risultati una stima per eccesso di quelli misurati, confortando l’assunto che le analisi preliminari dovevano fornire una valutazione dei possibili rischi connessi alla demolizione con esplosivo.
I pilastri perimetrali sono stati protetti con reti metalliche (del tipo usato per le recinzioni) per evitare il lancio di frammenti di calcestruzzo anche a grande distanza. Inoltre, sono stati protetti con tavole di legno i rami di miccia detonante in modo che eventuali proiezioni non fossero in grado di tagliare la miccia detonante stessa interrompendo i circuiti.
Gli edifici vicini al punto di esplosione, ovvero fino ad una distanza di 100 m, sono stati sottoposti alle seguenti misure cautelative:
La nuvola di polvere venutasi a generare per effetto della frantumazione del calcestruzzo ha avuto una durata temporale molto limitata, dell’ordine di qualche minuto. La sua ampiezza, cioè la zona di ricaduta delle polveri, è avvenuta nell’ area interessante la demolizione, Sia il vento che l’efficace metodo di abbattimento delle polveri idranti immediatamente dopo il brillamento delle cariche esplosive, ha consentito di annullare quasi completamente il fastidioso problema delle polveri. Si osserva che la produzione di polvere per effetto della demolizione con esplosivo è un effetto estremamente contenuto nel tempo e nello spazio, al contrario di quello che avverrebbe nel caso di demolizione tradizionale con mezzi meccanici. Infatti, nelle demolizioni tradizionali di strutture di notevoli dimensioni (come quella in esame) si ha produzione di polvere durante tutto il periodo l’esecuzione dei lavori, favorendo anche l’incremento dell’estensione della zona di ricaduta in funzione delle condizioni climatiche.
La demolizione dello Scheletrone della Palmaria con l’uso di microcariche esplosive è apparsa fin dall’inizio essere fattibile con notevoli margini di sicurezza. I materiali utilizzato sono stati:
Si ringraziano, infine, tutte le Autorità e gli Enti che hanno partecipato alle numerose riunioni necessarie per mettere a punto l’operazione ed hanno collaborato per renderla possibile.
Demolizione di una torre piezometrica a Forlì da parte di Esplodem service.
Committente: Gruppo Cosmo
Demolizione di colonne in un cantiere dove è sorta la necessità di abbattere con rapidità ed in massima sicurezza alcune colonne in cemento armato di supporto al nastro trasportatore. Abbattimento in sequenza con esplosivo di colonne in un cantiere di FUNIVIE s.p.a. a Cairo Montenotte (SV).
Committente: FUNIVIE s.p.a.
Demolizione della torre piezometrica a Quartesana (Ferrara) con il metodo del ribaltamento. Data la vicinanza ad una scuola la sicurezza dell’intervento ha richiesto il massimo dell’impegno.
Committente: Gruppo Cosmo
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Demolizione di una ciminiera all’interno dell’inceneritore ACCAM di Busto Arsizio tramite un taglio a quota +30,00. La peculiarità dell’intervento è stata la grande attenzione alle vibrazioni e al lancio di detriti. Sulla scorta di esperienze passate, dunque, la società ha posizionato fasce di contenimento che hanno annullato a zero metri il lancio di detriti.
Committente: Varian srl
Demolizione di torre piezometrica a Novi di Modena (MO) risultata inagibile dopo il terremoto avvenuto nella bassa modenese nel 2012.
Committente: AeC COSTRUZIONI srl
Il Comune di Mompeo in provicia di Rieti ha affidato, a seguito di gara d’appalto , alla Esplodem Service la demolizione della torre piezometrica del paese.
Committente: Comune di Mompeo (RI)
Demolizione con esplosivo di una torre piezometrica in località Vecchiano (PI). L’intervento è avvenuto con successo e senza effetti indesiderati.
Committente: Comune di Vecchiano (PI)
La vicenda dello ‘Scheletrone’ iniziò nel 1968, ecomostro che da più di 40 anni deturpava una delle zone più suggestive della Liguria sull’Isola della Palmaria.
Committente: Impresa Giustiniana s.r.l.